Due amiche insieme, ma distanti, lavorano per documentare le specie botaniche presenti su due territori lontani: *Lago di Garda e dintorni *Sardegna costa di Cagliari e suo entroterra... e non solo .......anche rilevamenti, foto, scambio di informazioni,suggerimenti.

mercoledì 27 gennaio 2010

Specie acquatiche dei Ganfi del Lago di Garda


Alisma plantago - Heichhornia crassipes - Nuphar Luteum          rilevamento del giugno 2007 
acquerello su carta cm 31 x41.
I Ganfi del Lago di Garda sono dei piccoli corsi d'acqua che si diramano dal lago verso la campagna e vengono usati per irrigare i campi, non sono dotati di sorgente propria. Sono molto importanti per l'ecosistema in quanto essendo zona di interscambio delle acque interne ed esterne al lago, ospitano sia specie botaniche che specie protette della fauna locale.   Insieme ai canneti rappresentano la salvezza del nostro ecosistema perchè sono filtri  naturali delle acque stagnanti ( per info CRA Sirmione, Centro di Rilevamento Ambientale).
Alisma plantago L. fam. Alismataceae - detta anche piantaggine d'acqua e parente stretta della piantaggine (plantago major )che comunemente troviamo nei prati incolti.
fa parte delle piante acquatiche radicate sul fondo. Pianta  glabra perenne con rizoma tuberoso perennemente sommerso,alta circa 30-90 cm con fogliie basali ovali cordate, nastriformi  sommerse, che si traformano diventando galleggianti  a lamina lanceolata: la varietà delle sue foglie permette un buon adattamento all'ambiente. Fiori disposti a pannochia  molto piccoli hanno peduncoli, sepali arrotondati rosati, petali bianchi ovoidali di 3/4 mm, che si trasformano in achemi molto piatti. E' presente nei fossi e nelle paludi di tutta Italia.

Nuphar luteum   L. Fam. Nynfaceae   Ninfea gialla
Pianta acquatica con grande rizoma carnoso sommerso, da cui partono i piccioli delle foglie galleggianti, lunghi fino a tre metri. e altre foglie che rimangono sempre sott’acqua. Le foglie emerse, possono raggiungere una larghezza di 30 cm ed una lunghezza di 40 cm. generalmente sono distese sulla superficie, ma con l’abbassarsi del livello dell’acqua spesso si raddrizzano. I fiori gialli sono molto più piccoli (diametro 5-7 cm) e normalmente emergono dalla superficie dell’acqua di parecchi centimetri. Il frutto è una grande capsula che assomiglia ad una piccola bottiglia panciuta. Fiorisce da maggio a settembre ed è presente nell'Italia   settentrionale.


Heichhornia crassipes - fam. Pontederiaceae  detta anche giacinto d'acqua.
Pianta perenne non appartiene alla nostra flora, ma è stata importata dal Brasile e come avviene per diverse specie non autoctone, si ritiene che sia sfuggita da qualche laghetto privato, anche perchè normalmente vive a temperature calde. Fornita di un spesso rizoma non è fissa al fondo ma è natante, le foglie riunite in una rosetta, sono sotenute da piccioli rigonfi che favoriscono il galleggiamento. Foglie di un verde brillante lucido più o meno cuoriformi. Lo scapo floreale porta fiori blu violacei con la tipica macchia gialla, riuniti in spighe di  10 cm circa, e di durata breve circa2-3 giorni. 
Renata

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Orchis papilionacea L. (Ofride farfalla)

Acquarello su carta 210mm x 297mm

Orchis papilionacea L. subsp. papilionacea - (Ofride farfalla) è una specie spontanea morfologicamente e cromaticamente più simile alle orchidee esotiche.
Nel genere Ophrys il labello ha raggiunto un grado di specializzazione tale da simulare, in maniera stupefacente, l'addome della femmina corrispondente all'insetto pronubo a cui è affidata l'impollinazione. La simulazione risulta così perfetta che induce gli ignari insetti ad effettuare tentativi di accoppiamento con il labello (pseudocopulazione).
Il suo nome deriva dal greco orchis = testicolo per i suoi tuberi che ricordano gli organi seminali maschili.
Il nome specifico deriva dal latino papilio = farfalla, per la forma del labello simile alle ali di una farfalla.
Le sue foglie basali sono distese, lineari-lanceolate con presenza nel fusto di cauline guainanti.
Infiorescenza lassa, più o meno densa, con brattee membranacee soffuse di porpora. Fiori vistosi, con sepali e petali nettamente venati di rosso-porpora con striature scure, conniventi in casco piuttosto lasso; di colore rosa-rosso violaceo; labello intero, con il bordo crenulato, di colore più chiaro e brillante rispetto ai tepali, la base ed il centro più chiari; sperone conico, lungo come l'ovario, orizzontale o lievemente piegato in basso.
Il suo periodo di fioritura va da marzo a giugno.
Habitat: prati magri e incolti, garighe, boschi aperti.
Il suo nome locale è: Orchidea àresti.
Lisa Usai

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lunedì 25 gennaio 2010

Paeonia mascula in Sardegna

                            Matite colorate su carta 210mm x297mm

Questa delicatissima Peonia mascula cresce nel sud Italia: Sardegna, Sicilia, Grecia e Asia minore. E' una pianta perenne annuale e fiorisce da Aprile a Maggio e le sue caratteristiche variano molto. Fusti eretti striati e arrossati, foglie biternate, divise in tre lobi con apice acuto e nervature rossastre, fiori grandi di colore rosa- rosso- porpora, che schiariscono fino a diventare rosa pallido, quasi bianchi. Stami numerosi con antere gialle e frutto tomentoso con semi neri lucenti. Talvolta i petali sono di una tonalità uniforme, altre volte mostrano striature di un colore più intenso. E' IL FIORE SIMBOLO DELLA SARDEGNA ed è conosciuto come "ROSA DI MONTAGNA". E' stato bellissimo vederla e fotografarla, ma ancora di più dipingerla. Questa Paeonia è stata ritratta con le matite colorate per rendere realmente la delicatezza dei suoi petali. Lisa Usai


Il suo nome locale è: Ros'e monti o Rosa burda.

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domenica 24 gennaio 2010

Spiranthes spiralis

Spirantes spiralis (L) Chevallier1827

rilevamento  dell'ottobre 2008 su collina Morenica
del Lago di Garda, costa bresciana.

acquerello su carta cm 31x41


Il genere spiranthes è diffuso nell'America centr. e Sett., in Asia in Oceania e naturalemente in Europa, dove è presente con 4 specie, di cui 2 in Italia.
Il nome deriva dal greco spéira(spira)  e ànthos (fiore)
con riferimento al disporsi dei fiori a spirale lungo l’asse dell’infiorescenza. Comunemente viene detta  treccia di dama o spirante d'autunno ( perchè è l'unica  orchidea italiana che fiorisce in autunno).
*Descrizione:
Pianta di piccolissima taglia circa 10 cm. al massimo 30cm. Fusto gracile pubescente che fuoriesce  a lato di una rosetta basale composta da 3-6 foglie ovato elittiche,le foglie cauline ridotte a piccolissime scaglie.La rosetta basale presente durante la fioritura appartiene alla pianta che fiorirà l’anno successivo ed è destinata a sparire alla comparsa del nuovo fusto.
 Infiuorescenza a spirale, densa con 10-25fiori  bianco-verdastri tendente al giallo in fase di sfioritura e leggermente profumati .  Sepali esterni un po’ allargati; sepalo mediano e petali conniventi con il labello a formare uno stretto tubo bianco, verdastro alla base. Bordo del labello ondulato. Ovario fusiforme e pubescente.Mancanza di sperone. L'apparato ipogeo è formato da 2 rizotuberi, che si alternano nella produzione di rosetta e stelo.
L’impollinazione  viene effettuata da imenotteri che, attratti dal nettare posto in fondo allo stretto tubo creato .  si sfregano contro i viscidi (sostanza adesiva a forma di disco presente nel ginostemio) e si caricano di polline che  trasporteranno al fiorevisitato successivamente.Presente su tutto il territorio Italiano,con presenza scarsa al Nord.
Fiorisce tra settembe ed ottobre.
*Osservazioni:
  Questa orchidea è talmente piccola, che la prima volta che l' ho incontrata, penso di essere stata da lei chiamata perchè non l'avevo mai vista prima e non sapevo della sua presenza in questo luogo. Si potrebbe dire che è un filo d'erba con attaccato dei fiori. Nel mezzo della vegetazione l 'ho notata perchè è leggermante rigida con portamento fiero. Come per dirti " guardami, non sono un filo d'erba!"
Ho disegnato i due rizotubiri consultando la bibliografia.
Nel 2009 sono andata in luogo all'inizio di ottobre, praticamente 15 giorni prima dell'anno precedente e sorpresa.... ne ho trovato  tantissime:  un giardino di Spiranthes spiralis autumnalis.
Renata

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sabato 23 gennaio 2010

Serapia cordigera subsp vomeracea.





Serapiacordigera subsp. vomeracea(N.L.Burm.)Sund.

rilevamento del maggio 2008 su Collina Morenica del Lago di Garda, costa Bresciana.
Acquerello su carta cm31x41

Il genere Serapias è diffuso nella zona mediterranea con una ventina di specie, di cui 7 sono presenti in Italia. Il nome dovrebbe derivare da Serapias divinità egizia della fertilità ma potrebbe anche derivare dal nome del medico arabo Serafius, botanico illustre.
Storicamente la sua prima apparizione nella letteratura botanica, risale a Pedacio Discoride, vissuto nel primo secolo dopo Cristo, che descrisse nel suo De Marteria Medica, due òrkhis utilizzando il termine Satyrion e Serapias. Secondo la Teoria delle Segnature, che vedeva nella somiglianza di parti del corpo umano con vegetali o con parti di esse, una indicazione delle loro proprietà curative, si riteneva che ne avesse di afrodisiache: l'apparato ipogeo (posto sotto terra) è infatti formato da due rizotuberi ovoidali, che ricordano palesemente i testicoli maschili.
Il nome vomeracea deriva dla latino vomer=vomere, con riferimento alla forma dell'epichilo (parte distale del labello, separata dalla parte basale ipochilo, da un restringimento più o meno evidente).
*Descrizione:
infiorescenza più o meno lassa, allungata, con 3-12 fiori piuttosto grandi; sepali e petali formano un cappuccio allungato, grigio-bruno con nervature purpuree evidenti; labello piuttosto lungo, molto peloso fino al centro dell'ipochilo (parte basale del labello), con alla base due lamelle parallele; ipochilo concavo, con lobi coperti dal cappuccio; epichilo lanceolato, appuntito, rosso-bruno, assenza dello sperone.
Foglie basali lineari-lanceolate, allungate, le cauline guainanti il fusto. Brattee molto grandi acute che oltrepassano di molto il casco.  Da notare che la specie è priva di nettare.
Presente su tutto il territorio italiano, ad esclusione della Sardegna e Val d'Aosta, cresce su prati aridi ed incolti, radure boschive. Forisce tra aprile e giugno.
Gli imenotteri provvedono alla sua impollinazione rifugiandosi comodamente nel fiore, che assomiglia ad una tana perfetta, fregano il ginostemio (apparato formato dalla fusione dell'organo maschile, detto androceo, con quello femminile detto gineceo) e sporcandosi di polline vanno di fiore in fiore. Essi non sono attratti dal nettare che è assente, bensì dalla splendida "casetta".
*Osservazioni.
generalemente quando rilevo una specie, oltre a prendere le classiche foto di riferimento, disegno direttamente sul luogo il soggetto e ne rilevo i colori: Il tutto sul mio albun degli appunti, che diventa un prezioso riferimento per produrre il più fedelmente possibile alla realtà.Oltre a riprodurre il soggetto nella sua reale dimensione, riporto un disegno ingrandito della parte che più mi ha colpito per la sua bellezza.
Il disegno botanico contempla anche la parte ipogea, cioè rizomi, radici, tuberi. Siccome scavare danneggia la pianta, non posso farlo dal vero: posso solo affidarmi alle immagini della letterarura botanica.

 Renata

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giovedì 21 gennaio 2010

Ophrys tendredinifera Willdenow

Acquarello su carta 310mm x 197mm

Il suo nome italiano è Ofride fior di vespa, oppure Vesparia pelosa.  Perchè questo nome curiosissimo? Il suo nome deriva dal greco ophrys = sopracciglio, forse perchè questo tipo di fiore veniva utilizzato per ricavare tinture per capelli e sopracciglie (come riferiva Plinio il vecchio), o forse per la forma dei tepali interni, simili appunto a sopracciglie. Il nome deriva dal greco tenthredòn=tentredine (vespa) e dal latino fero=portare, con riferimento alla forma dei fiori. Il suo periodo di fioritura è da marzo a maggio ed io ho trovato questa orchidea al Parco Santa Lucia, riserva attigua al parco naturale di Monte Arcosu. Ma un giorno passeggiavo col mio cane, Stella,  ne ho trovato anche sulle colline fiorite di fronte alla spiaggia di Chia. Ho scattato molte foto e prese le misure reali della specie e nel mio studio ho realizzato questo acquarello botanico. Lisa Usai


Il suo nome dialettale è "Apiscedda", o "Musconi", ecc. palesano questa loro similitudine.

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mercoledì 20 gennaio 2010

p e r c h è

Disegnare è una passione che diventa arte e ricerca .


Ricerca e studio delle tecniche. Educare la vista all'osservazione. Subire il fascino di cosa ci incanta.

Scoprire che nel nostro caso, è la natura. Ed ecco allora l'aspetto scientifco del perchè e del per come.

Per ultimo andare a scoprire sui luoghi. Praticamente.... nulla ci manca!!!!!!

dimenticavo e poi......... il web!

Renata